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8 years ago

Lo spazio è un po’ meno inospitale del previsto, almeno questo è quanto emerso in seguito ad un esperimento a lungo termine svolto su alcune alghe e portato avanti da Fraunhofer-Gesellschaft, una delle più grandi organizzazioni di ricerca applicata in Europa, grazie alla collaborazione del governo tedesco e altri partner internazionali, tra cui la Stazione Spaziale Internazionale ISS.

Il progetto, capitanato dal Dr. Thomas Leya, a capo del team Extremophile Research & Biobank CCCryo appartenente alla sezione Bioanalytics and Bioprocesses IZI-BB di Fraunhofer a Postdam, rientra all'interno di un programma più ampio del Centro Aerospaziale Tedesco, chiamato Biology and Mars Experiment (BIOMEX). (Nota: CCCryo è l'acronimo di Culture Collection of Cryophilic Algae).

Lo scopo del progetto è stato quello di valutare la resistenza alle condizioni estreme offerte dallo spazio da parte di alcune alghe. Infatti, non potendo ricreare le medesime condizioni in laboratorio, il team di ricerca di Leya ha inviato sulla ISS alcuni campioni di alga attraverso l'utilizzo di un modulo Progress russo in data 13 luglio 2014, mentre le operazioni di rientro sono state affidate recentemente ad una capsula Soyuz.

Come lecito attendersi, le alghe prese in considerazione presentano delle specifiche peculiarità, tra cui particolari geni in grado di renderle naturalmente resistenti alle condizioni climatiche più rigide presenti sul globo. I campioni sono stati quindi scelti in base alla presenza dei geni Sphaerocystis sp. e il cianobatterio Nostoc sp., rispettivamente caratteristici delle alghe verdi norvegesi e delle alghe blu-verdi delle regioni antartiche, veri e propri esempi viventi di alghe in grado di sviluppare strategie di adattamento in grado di contrastare il freddo e l'essicazione.

I campioni ottenuti sono stati quindi trasportati sulla ISS per poter verificare la loro capacità di resistere, per un periodo di tempo prolungato, a condizioni che includono forti sbalzi termici, intense radiazioni UV e assenza di acqua prolungata. Le alghe in questione avevano già dimostrato di essere completamente resistenti a questi fattori durante la sperimentazione in laboratorio, tuttavia l'esperimento sulla ISS ha portato a risultati ancor più sorprendenti, dal momento che i campioni sono rimasti esposti alle condizioni estreme dello spazio nella parte esterna della ISS per ben 16 mesi, con solo un semplice filtro a densità neutra ad occuparsi di attenuare l'effetto delle radiazioni UV.

Tutti i cambiamenti di temperatura e di intensità delle radiazioni cosmiche sono stati monitorati e registrati attraverso una strumentazione dedicata; l'analisi del loro log sarà utile al fine di analizzare le esatte condizioni a cui sono stati sottoposti i campioni in questi 16 mesi, tornati intatti sulla Terra e in grado di dare il via a nuove colonie di alghe.

Ora che le alghe sono state recuperate non si può certo dire che l'esperimento sia concluso. Al momento i campioni sono in fase di analisi presso la Technische Universität di Berlino, la quale accerterà se il periodo trascorso nello spazio ha provocato danni nel DNA delle alghe e, nel caso in cui fossero presenti, quali sono le conseguenze di ciò. Le radiazioni UV a cui sono state esposte, infatti, sono estremamente pericolose per il DNA degli esseri umani, tuttavia ogni forma di vita reagisce in maniera diversa a queste condizioni avverse.

I risultati che produrrà questa ricerca saranno particolarmente interessanti, in quanto il loro campo di applicazione è molto vasto; si va dalla cosmetica, grazie alla realizzazione di protezioni solari che possano sfruttare le proprietà di queste alghe, sino alla possibilità di utilizzarle come aspetto fondamentale in una prossima spedizione su Marte. Ed è proprio questo lo scopo finale di questo esperimento; aiutare l'uomo a trovare soluzioni in grado di adattarsi a condizioni climatiche molto diverse da quelle naturalmente disponibili sulla Terra.

L'utilizzo di queste alghe, infatti, potrebbe rappresentare una base importante da cui partire per avviare la produzione indipendente di ossigeno sul pianeta rosso, uno degli aspetti principali per permettere ai moduli abitativi e alle prime colonie di potersi sostenere autonomamente. Ma non solo ossigeno, dal momento che le alghe sono anche un'importante fonte di proteine e potranno aiutare i primi coloni nella realizzazione dei pasti, sia durante la fase di viaggio che di insediamento. Abbiamo visto come Marte rappresenti una frontiera sempre più ambita da enti pubblici e privati, i quali si stanno preparando a quella che sembra essere la prossima grande corsa allo spazio. Tra tutti troviamo in testa Elon Musk, pronto a lanciarsi alla conquista del pianeta rosso con un progetto dettagliato e ambizioso; chissà che anche lui non abbia trovato particolarmente stimolante l'esperimento di Fraunhofer.

8 years ago
View Of Earth From Apollo 12 Spacecraft Window

View of Earth from Apollo 12 spacecraft window

via reddit

7 years ago
Collage Delle Ultime Foto Dalla Sonda Cassini, Negli Ultimi Passaggi Ravvicinati Prima Del Fatidico Grand

Collage delle ultime foto dalla sonda Cassini, negli ultimi passaggi ravvicinati prima del fatidico Grand Finale, previsto per settembre, dopo 20 anni di attività.


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8 years ago

Solar System: Things to Know This Week

Follow our Juno craft during a close flyby of Jupiter, learn about Cassini’s final mission during a Facebook live event (in case you missed it) and more!

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1. Jupiter, Up Close

Our Juno mission completed a close flyby of Jupiter on Thursday, February 2, its latest science orbit of the mission. All of Juno’s science instruments and the spacecraft’s JunoCam were operating during the flyby to collect data that is now being returned to Earth. 

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Want to know more? Using NASA’s Eyes on the Solar System and simulated data from the Juno flight team you can ride onboard the Juno spacecraft in real-time at any moment during the entire mission.

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2. In Case You Missed It–Cassini Facebook Live

Cassini Project Scientist Linda Spilker and mission planner Molly Bittner take questions about the mission’s “Ring-Grazing” orbits during Facebook Live. Watch it now: www.facebook.com/NASA/videos/10154861046561772/

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3. Cassini Scientist for a Day Essay Contest 

The deadline is Friday, February 24 for U.S. student in grades 5 to 12. For international students, visit the page for more info! 

More: solarsystem.nasa.gov/educ/Scientist-For-a-Day/2016-17/videos/intro

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4. Cassini Spies Dione

Dione’s lit hemisphere faces away from Cassini’s camera, yet the moon’s darkened surface are dimly illuminated in this image, due to the phenomenon of Saturnshine. Although direct sunlight provides the best illumination for imaging, light reflected off of Saturn can do the job as well. In this image, Dione (698 miles or 1,123 kilometers across) is above Saturn’s day side, and the moon’s night side is faintly illuminated by sunlight reflected off the planet’s disk.

Discover the full list of 10 things to know about our solar system this week HERE.

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8 years ago
IC1805 è Una Nebulosa Diffusa In Associazione Ad Un Ammasso Aperto, Visibile Nella Costellazione Di

IC1805 è una nebulosa diffusa in associazione ad un ammasso aperto, visibile nella costellazione di Cassiopea, verso il confine con la Giraffa. Fu scoperta nel 1787 da William Herschel ed è conosciuta come "Nebulosa Cuore".


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8 years ago
A Magnificent Moon Looms Large Over The Space Shuttle Columbia At Cape Canaveral, 1981.

A magnificent moon looms large over the Space Shuttle Columbia at Cape Canaveral, 1981.

8 years ago

Flying to New Heights With the Magnetospheric Multiscale Mission

A mission studying Earth’s magnetic field by flying four identical spacecraft is headed into new territory. 

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The Magnetospheric Multiscale mission, or MMS, has been studying the magnetic field on the side of Earth facing the sun, the day side – but now we’re focusing on something else. On February 9, MMS started the three-month-long process of shifting to a new orbit. 

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One key thing MMS studies is magnetic reconnection – a process that occurs when magnetic fields collide and re-align explosively into new positions. The new orbit will allow MMS to study reconnection on the night side of the Earth, farther from the sun.

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Magnetic reconnection on the night side of Earth is thought to be responsible for causing the northern and southern lights.  

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To study the interesting regions of Earth’s magnetic field on the night side, the four MMS spacecraft are being boosted into an orbit that takes them farther from Earth than ever before. Once it reaches its final orbit, MMS will shatter its previous Guinness World Record for highest altitude fix of a GPS.

To save on fuel, the orbit is slowly adjusted over many weeks. The boost to take each spacecraft to its final orbit will happen during the first week of April.

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On April 19, each spacecraft will be boosted again to raise its closest approach to Earth, called perigee. Without this step, the spacecraft would be way too close for comfort – and would actually reenter Earth’s atmosphere next winter! 

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The four MMS spacecraft usually fly really close together – only four miles between them – in a special pyramid formation called a tetrahedral, which allows us to examine the magnetic environment in three dimensions.

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But during orbit adjustments, the pyramid shape is broken up to make sure the spacecraft have plenty of room to maneuver. Once MMS reaches its new orbit in May, the spacecraft will be realigned into their tetrahedral formation and ready to do more 3D magnetic science.

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Learn more about MMS and find out what it’s like to fly a spacecraft.

8 years ago
Apollo 11 Astronauts Neil Armstrong And Buzz Aldrin On The Moon, Illustrated In The Houston Post, July

Apollo 11 astronauts Neil Armstrong and Buzz Aldrin on the Moon, illustrated in the Houston Post, July 21, 1969.

7 years ago
Google Maps: Ora C'è Planets 

Google Maps: ora c'è Planets 

Il pianeta nano Plutone

Google Maps ha aggiunto al suo atlante virtuale nuovi mondi da esplorare virtualmente. I pianeti Mercurio e Venere, il pianeta nano Ceres, nove lune di Saturno e Giove e infine Plutone si possono visitare accedendo a Google Planets. La prima tappa è la Stazione spaziale internazionale, per poi fare un tour attraverso gli oggetti più interessanti del Sistema solare

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    needingsomespace reblogged this · 7 years ago
needingsomespace - space pov
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